L’esame vestibolare è un esame clinico della funzionalità vestibolare, metodica che consente di valutare i disturbi dell’equilibrio, quali vertigini oggettive e soggettive, studiando il sistema vestibolare, un insieme di apparati che raccoglie le informazioni relative alla posizione e movimento del capo e le integra a livello centrale con i segnali visivi e propriocettivi, al fine di produrre riflessi per una corretta visione durante i movimenti del capo, per l’equilibrio statico e dinamico e per una corretta percezione cosciente del movimento e dell’orientamento della testa nello spazio.
L’apparato vestibolare periferico
Il sistema vestibolare è costituito da un apparato sensitivo periferico, un sistema centrale di elaborazione dei segnali sensitivi, e un meccanismo per l’uscita motoria.
I segnali in uscita dal sistema nervoso centrale viaggiano quindi ai muscoli oculari e al midollo spinale a costituire due importanti riflessi, ossia il riflesso vestibolo-oculomotore (VOR) e il riflesso vestibolo-spinale (VSR). L’apparato vestibolare periferico fa parte dell’orecchio interno, si trova nella porzione petrosa dell’osso temporale.
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Riflesso vestibolo-oculomotore
Per studiare questo complesso sistema ci avvaliamo del riflesso vestibolo-oculomotore che in risposta a cambiamenti a livello del sistema vestibolare genera un caratteristico movimento dell’occhio definito nistagmo.
L’esame vestibolare consiste nello studio del nistagmo e di tutte le sue caratteristiche nelle diverse posizioni fatte assumere al paziente permette di fare diagnosi, di indirizzare le successive indagini e in alcuni casi di risolvere il disturbo.
L’esame potrebbe provocare la vertigine con i sintomi associati , ma consente in tal modo di fare diagnosi e talora di ottenere la risoluzione del sintomo, se si tratta infatti una vertigine di origine periferica (come vertigine posizionale parossistica benigna), alcune manovre consentono di riposizionare particelle a densità elevata, di origine otoconiale o di altro tipo, come coaguli, globuli bianchi o altro, che, disperse nel lume del canale semicircolare (posteriore o laterale), sarebbero libere di muoversi sotto l’azione della forza di gravità generando una percezione distorta del movimento nello spazio e quindi il sintomo vertiginoso.